this post was submitted on 18 Jun 2023
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Universitaly: università & universitari

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founded 1 year ago
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Dopo l'esame di maturità, il pensiero di migliaia di studenti italiani è già rivolto ai test d'ingresso di luglio e settembre, che in molti casi rappresentano un importante sbarramento per accedere o meno al tanto agognato corso di laurea.

Tuttavia, in Italia sono previsti sia corsi a numero chiuso (fra cui medicina, odontoiatria e ingegneria) che altri a numero aperto, che dunque non hanno un vero e proprio test d'ingresso.

Vediamo allora quali sono i corsi di laurea in questione, e se davvero non c'è niente di cui preoccuparsi prima dell'iscrizione.

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[–] [email protected] 4 points 1 year ago (4 children)

Sono perplesso... se neanche riesci a passare il test di ingresso non vedo come riuscirai a laurearti

[–] [email protected] 3 points 1 year ago* (last edited 1 year ago)

Più che altro trovo curiosa l'idea di scegliere una carriera in base alla facilità del primo passo. Neanche ci fosse qualcuno che li obbliga ad andare all'università.

[–] [email protected] 2 points 1 year ago (1 children)

L'obiezione è solo apparentemente sensata, dal momento che l'esistenza del test è basata da numerose falle logiche e, in senso lato, economiche:

  • non correlazione: il non superamento di un test d'ingresso non comporta l'incapacità di superare il percorso di laurea
  • sopravvalutazione della cultura generale: i test d'ingresso affermano il pregiudizio per cui le conoscenze di cultura generale e popolare possano incidere sulla riuscita del percorso di studi
  • ragionamento circolare: il percorso di studi dei ragazzi che vengono sottoposti ai test non li ha mai preparati a quei test, avvantaggiando chi ha potuto frequentare corsi specifici. Ma allora a che srvono i test?

In realtà, un sistema virtuoso dovrebbe prevedere un percorso di orientamento alle superiori (magari sostituendolo all'inutile alternanza scuola lavoro). Una volta orientati gli stidenti, il vero test sarebbe costituito da un primo anno selettivo che preveda l'inserimento di esami obbligatori sulle materie istituzionali del corso di laurea o del piano di studi.

[–] [email protected] 2 points 1 year ago
  • non correlazione: il non superamento di un test d’ingresso non comporta l’incapacità di superare il percorso di laurea

Vero, ma è il sistema meno peggio esistente.

  • sopravvalutazione della cultura generale: i test d’ingresso affermano il pregiudizio per cui le conoscenze di cultura generale e popolare possano incidere sulla riuscita del percorso di studi

La parte di cultura generale andrebbe rimossa, non vedo il senso. Il mio commento era più riferito ai TOLC, in cui vengono tendenzialmente chieste conoscenze di matematica di base (<=3° superiore), comprensione del testo e logica di base.

  • ragionamento circolare: il percorso di studi dei ragazzi che vengono sottoposti ai test non li ha mai preparati a quei test, avvantaggiando chi ha potuto frequentare corsi specifici. Ma allora a che srvono i test?

Non faccio certamente statistica, ma ho preparato il test durante il lockdown 2020 interamente con le risorse e i MOOC che ho trovato online gratuitamente.

I veri test d'ingresso per l'accesso all'Università sono di natura economica e si combattono con borse di studio e altre agevolazioni (come studentati, ecc...). L'impegno necessario per preparare il test non è più alto rispetto a quello necessario per passare un esame, quindi continuo a sostenere sia il sistema meno peggio esistente.

[–] [email protected] 1 points 1 year ago

Anni fa ho dovuto passare il test d'ingresso e l'impressione personale che ho avuto (e ho ancora) è che valuta per la maggior parte la tua capacità mnemonica, sia sugli argomenti teorici che sulle domande di logica: se impari a memoria le nozioni delle guide per la preparazione passi e via. Ho riscontrato che benché dicessero i test fossero fatti apposta per la mia facoltà, molte nozioni chieste avevano poco a che fare con il percorso che "bloccavano" e quelle poche rilevanti, se non si sapevano ci mettevi pochissimo ad impararle al momento dello studio della disciplina. Quindi direi che se l'obiettivo era valutare la capacità intellettuale lascia molto a desiderare. Piuttosto mi sembra che questi test d'ingresso li abbiano inventati per farci tutto un business e lucrare sul pagamento dell'iscrizione agli esami e sulla vendita di manuali.

[–] [email protected] 1 points 1 year ago

@MarcoBuster @teofrassino minaccia dello stereotipo. Aronson e Steele. Iniziano lo studio di psicologia sociale nel 1995 ma ci sono diversi studi anche più recenti.
Il test da dentro o fuori a me lascia sempre un po' perplesso.
Aprendo un'altra parentesi, in Italia anni fa veniva usato il latino come mezzo per veicolare una gestione a canne d'organo della mobilità sociale.
Forse il test, come dici più avanti, è la via meno peggio ma a gusto personale a me non piace proprio