this post was submitted on 24 Aug 2023
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Giusto ieri sentivo dei colleghi sui 50-60 parlare di questa cosa totalmente, non riuscivano proprio a immedesimarsi nella prospettiva di noi giovani. Dicevano di essere cresciuti con l'idea di doversi sacrificare il più possibile con l'obiettivo di arrivare a prendere più soldi possibile in qualsiasi modo. Ho avuto l'impressione che non sapessero neanche come "mollare la presa" in un certo senso. Ammetto che mi ha fatto tristezza.
Ho avuto una discussione con mio suocero qualche tempo fa su questo argomento, lui, che è per altro un professionista di grande cultura, diceva che dobbiamo essere ottimisti, con i soliti discorsi "mio nonno faceva 8000km a piedi scalzi tutti i giorni" e che le cose migliorano in continuazione.
Non riescono a capire la nostra mancanza di prospettive positive, ed il nostro rifiuto della schiavitù al lavoro.
cresciuti (loro) in un'altra epoca...con più certezze sul futuro e meno rivoluzioni in atto (tecnologica, ambientale, lavorativa...)
il mondo (e le dinamiche lavorative con esso) è cambiato tantissimo tra le generazioni.....in un certo senso loro non possono comprendere a pieno le nostre motivazioni e viceversa.... e questo secondo me si accentua tanto più ci sono atteggiamenti di chiusura mentale e non curiosità e voglia sincera di conoscere anche le prospettive e le motivazioni degli altri